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Parco Botanico Maria Lucia nelle Dolomiti- Piante e Animali
A K A N T H O S
PARCO BOTANICO "MARIA LUCIA"
NELLE DOLOMITI
SONO UN PRATO CHE STA MORENDO...
Da secoli ero un bellissimo prato, amato e curato!
Poi sono arrivati i prati all'inglese!
Due parole per dire, a chi non lo sapesse, cosa siano:
in Inghilterra, le grandi proprietà terriere dei Nobili, hanno sempre avuto enormi prati tenuti rasi da pecore che brucano l'erba.
Qui da noi, prati di minuscole dimensioni vengono disseminati di terribili miscugli di graminacee, magari transgenici e la pecora è sostituita da un tosaerba azionato di continuo!
E' quello che è successo nei miei dintorni!
Le spaventose graminacee, zizzania gramigna lollio...,disseminate per ottenere il suddetto prato, mi stanno invadendo!Soffocano la mia erba, le mie piantine, i miei fiori!
Ero ricco di essenze tipiche locali ma alcune sono già scomparse e altre stanno subendo la stessa sorte!
La mia antica proprietaria Maria Lucia quando, terminata di costruire la casetta del Custode, c'era intorno del terreno smosso, andò a prendere alcuni sacchi di "fierum" (residui di fieno sparsi sul pavimento del fienile), li sparpagliò sulla terra e l'erba, i fiori...ritornarono!
Certo non pensò, per fare in fretta, di seminare zizzania e gramigna...come fanno, purtroppo, gli altri!
I miei Curatori si sono sempre dati tanto da fare per liberarmi da quelle erbacce, ma sono fatiche immani, non ce la fanno più!
Lancio un s.o.s. alle persone che rispettano l' ambiente, l' ecologia, la biodiversità... perché mi vengano in aiuto!
P i a n t e s c o m p a r s e
Erba di S. Giovanni, Ajuga, Bozzolina, Trollio, Sedum, Potentilla, Antillide, Coronilla, Trifoglino, Ononide, Trifoglio, Viola, Androsace, Primula, Genzianella, Echio, Polmonaria, Centaurea, Campanula, Cresta di gallo, Margherite, Veronica, Potentilla, Euforbie, Sassifraghe, Issopo, Comino, Achillea, Iperico...
I DISASTRI DELL'URAGANO
L'uragano dell'autunno 2018, ha abbattuto diverse piante secolari del Parco e del suo bosco sul Col di Foglia:
Tre frassini, tre roveri, due faggi.
Si è dovuto ridurre di un terzo l'altezza di due betulle, due frassini, un pino dell'Himalaya.
Le etichette di classificazione delle piante sono andate disperse.
Un vecchio salice divelto dall'uragano è stato lasciato sul posto, non è morto, ma tutt'ora vegeta: in primavera emette le foglie, i fiori...
È una memoria verde di quanto accaduto.
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